martedì 11 aprile 2017

Piccole nozioni di merceologia tessile a cura di Simona Muttini:Il lino

Piccole nozioni di merceologia tessile a cura di Simona Muttini:Il lino


Ciao a tutti da Elisa Masi
Eccoci nel nostro spazio settimanale dove vi proponiamo non solo tutorial ma anche nozioni culturali per quanto riguarda il mondo del tessile.
Intanto per quel che riguarda me sto cercando di improvvisarmi come vlogger anche se non mi sento proprio proprio a mio agio in quella veste.
L'idea era quella di fare una specie di rubrica come "consigli per gli acquisti" ovviamente acquisti dedicati al cucito =).
Ma proseguiamo grazie alla gentile partecipazione di Simona Muttini nel nostro viaggio verso la conoscenza tessile.
Oggi Simona parlerà del Lino!



Salve a tutte e ben ritrovate spero che le nozioni fino ad adesso vi siano state utili e vi siano servite a muovere i primi passi verso la merceologia o a ripassarla.
Questa volta entreremo nell'affascinante mondo dell storia sul Lino, pianta miracolosa, dai mille utilizzi.



Il Lino
  
Pianta della quale si utilizza tutto per vari utilizzi dalla cosmesi all tessile, il lino è la più antica fra le fibre vegetali si ricava dal fusto del LINUM USITATISSIMUM, pianta dalla quale a seguito della macerazione delle fibre è ricavato il filato.

Il lino era conosciuto nell'antico Egitto fin dal V millennio a.C., fu coltivato da Egizi, Babilonesi, Fenici e altri popoli del Medio Oriente che ne diffusero l’uso a Greci e Romani.

In quel tempo veniva usato per mummificare i faraoni e come tessuto pregiato da usare tutte le volte che ci si avvicinava a Dio, in preghiera o in sacrificio. I fenici lo trasformarono in un prodotto di grande valore commerciale, spingendo la sua diffusione soprattutto fra i greci e gli etruschi. Questi ultimi lo usavano per le vesti indossate dall'aristocrazia ma anche per le vele delle navi. Il tipico indumento di questo popolo, che risale a circa il VI secolo a.C., era il chitone di lino: una veste indossata da uomini e donne, anche in versione corta al ginocchio e poi attillata con cintura.

Furono i Fenici, abili mercanti e navigatori, a portare il lino dall'Egitto in Irlanda, Inghilterra e Bretagna così che dal Medioriente il lino si diffuse in tutta Europa, mantenendo il suo predominio per tutto il Medioevo, anche quando nel 1300 gli arabi introdussero il cotone. In epoca rinascimentale, il gusto per uno stile di vita raffinato rafforzò la presenza del lino nella vita quotidiana. I principi lo volevano per produrre camicie, lenzuola e biancheria per l'igiene personale,ma è tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento che il lino conobbe il suo massimo splendore.
A partire dal XVIII secolo, con l’invenzione delle prime macchine per la filatura e la produzione intensiva del Nord America, il cotone cominciò a prevalere, diventando la fibra più usata per la produzione di massa dei tessuti.
Oggi il lino è tra le fibre tessili quella meno utilizzata. Ma nulla ha perso agli occhi dei consumatori in termini di qualità, valore e pregio del tessuto
Nel Medioevo le Fiandre, con il loro clima umido, divennero uno dei principale centri di produzione
Il dominio del lino rimase incontrastato fino all'inizio dell’Ottocento quando il cotone, con l’introduzione di telai che ne facilitarono la filatura, da prodotto pregiatissimo destinato alla nobiltà divenne un prodotto di massa. Lo stelo di questa pianta raggiunge un altezza di circa un metro e termina con un fiore (“fior di lino”), che ha vita breve, è molto bello ed è di colore blu e rosa.
L'organizzazione internazionale Masters of Linen riunisce i produttori di lino europei, con un’etichetta apposita che attesta la qualità del prodotto e promuove con iniziative e campagne pubblicitarie il lino europeo.

I produttori più importanti e i lini più pregiati sono quelli Olandesi, Belgi e Francesi, paesi con i climi più adatti allo sviluppo di queste piante. Le cosiddette fiandre prendono proprio nome dalla omonima regione belga. La maggiore produzione si ha invece in Irlanda. 


La pianta del lino viene coltivata e sfruttata dall'uomo da sempre, sia per le sue fibre che per i suoi semi i quali possono essere consumati oppure usati per la realizzazione di olio, che trova impiego nella preparazione di vernici o cosmesi.



Da 1000 kg di lino lavorato si ottengono circa:
    150 kg di fibre lunghe
    40 kg di fibre corte
    110 kg di semi di lino ( Proprietà > https://www.greenme.it/mangiare/alimentazione-a-salute/9028-semi-di-lino-benefici-dove-trovarli#accept )
Dalle fibre lunghe ricavate si ottiene la qualità superiore del lino denominata LUNGO TIGLIO, mentre dalle fibre corte si ottiene la STOPPA DI LINO, di qualità e resistenza inferiore. Infine dai semi di lino si ottiene, tramite un procedimento chimico, il RAMIE’.
Il ciclo di raccolto del lino è corto: 100 giorni fra la semina e il raccolto (marzo-luglio). Per la fine di giugno la pianta fiorisce anche se per un giorno soltanto.  
LE FASI DEL LINO
RACCOLTO: il lino non deve essere sradicato. Una volta veniva falciato a mano ESSICAMENTO: si lascia seccare al sole e successivamente lo si immerge in acqua. Viene poi diviso in piccoli mazzi per essere appeso e lasciato asciugare
MACERAZIONE: le fibre vengono poi separate dalla parte legnosa. Il lino viene quindi battuto così si ammorbidisce e poi viene pettinato. Terminata la cardatura, il mazzetto viene annodato e il filo ottenuto risulta lungo circa cm. 50
FILATURA: la filatura prevede una torsione per legare insieme le fibre che diventeranno matassa. Questa viene poi bollita.
Infine si passa alla tessitura
Il lino azzurro si ottiene da una pianta giovane, quando gli steli sono ancora verdi, è adatto per ricami e merletti ma non è particolarmente resistente,Il lino bianco si ottiene dagli steli ormai gialli e quest’ultima poco più resistente è adatta ai tessuti con cui vengono realizzati capi di abbigliamento o biancheria da casa ma anche paramenti sacri.

Ma quanti tipi ne esistono?




I tessuti di lino che utilizziamo si differenziano per titoli, colori, altezze.
Le case produttrici hanno battezzato con nomi e codici diversi i vari “modelli” di loro produzione, oggi alcuni di questi nomi sono entrati nell'uso comune (Belfast, Dublin etc) anche per la grande diffusione e utilizzo nei vari kit dei tessuti della Zweigart.
Tra i lini più amati e utilizzati nei kit di punto croce è il Belfast, 122 fili in 10 cm (in 10 cm si ottengono 61 crocette), è distribuito in 8 colori con altezze di 140 cm, alcuni colori anche 170 cm.
Il Dublin ha 100 fili in 10 cm (50 crocette in 10 cm), prodotto in 5 colori e alto 140 cm, alcuni colori anche 170 cm.
Lini con trama più fitta sono:
Edinburg 140 fili in 10 cm e alto 140 cm.
Kingston 220 fili in 10 cm e alto 180 cm.
La DMC ha immesso sul mercato nell'ultimo anno delle confezioni di tele già pronte da ricamare tra cui anche in lino da 110 fili per 10 cm, in un 11 colori e in 2 dimensioni 50cm x 68 cm e 35 cm x 45 cm

http://lopificio.it/cose-il-lino-storia-notizie-curiosita/

http://www.cinquantamila.it/storyTellerArticolo.php?storyId=57553a3f2f240

http://monn.com/cms?path=approfondimenti%2Flino


http://www.linificio.it/storia

come sempre ringraziamo Simona per la sua gentile partecipazione e vi invitiamo a seguire la nostra pagina e il nostro gruppo facebook!






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